“Il Patrimonio, come tutelarlo nel passaggio generazionale” è stato questo il titolo dell’incontro promosso e voluto dalla consulente finanziaria Pamela Agneletti che in punta di piedi ha voluto affrontare un argomento spinoso che porta con sé il dover pensare oggi a come tutelare il patrimonio per i nostri eredi. Ad approfondire l’argomento sono stati Massimo Bartolini Manager Sanpaolo e Cristina Vescovi e Giovanni Faraglia avvocati e Coofondatori di confederation UK Trust Advisors.
Dalla discussione è emersa chiara la tendenza, tutta legata al nostro paese, a non parlare del passaggio generazionale: “E’ quasi una questione scaramantica, che però, penalizza le giovani generazioni – spiegano gli esperti. Un dato fa riflettere. Solo il 4% degli italiani fa testamento, quest’ultimo viene usato, insieme alla successione, come unico strumento mentre negli altri paesi, come l’America, si pensa alla fase in cui si smette di lavorare come momento per stabilire come suddividere il patrimonio tra gli eredi”.
Gestire il trasferimento del capitale in modo efficiente e strutturato diventa indispensabile, per esempio, per assicurare la sopravvivenza di un’attività imprenditoriale.
Si stima che, nei prossimi vent’anni, almeno 400 miliardi di euro di solo patrimonio mobiliare italiano (a cui vanno sommati tanto il patrimonio immobiliare quanto quello aziendale) saranno interessati da questa circostanza e solo un individuo su quattro ha attivamente pianificato le fasi del passaggio. Quanto detto è conseguenza naturale di una realtà: solo il 30% delle aziende familiari sopravvive al suo fondatore, e appena il 13% giunge alla terza generazione. Quindi il ricambio generazionale si rivela spesso difficile, in alcuni casi traumatico e la parole d’ordine per arginarlo è pianificazione. Tra i principali strumenti idonei alla trasmissione del patrimonio aziendale ci sono: il trust, il patto di famiglia, la holding di famiglia.
Donatella Binaglia